lunedì 28 gennaio 2008

SOGNO BUGIARDO

di Roberta Trisconi


Isabelle camminava. Era una splendida giornata di sole e il cielo era azzurro intenso. Quel giorno non doveva lavorare, così decise di passare una giornata in mezzo alla natura delle montagne.
Era partita molto presto dalla città e dopo circa 3 ore di viaggio finalmente era arrivata a destinazione.
Sogno bugiardo questo era il nome della montagna, era vicino al suo luogo di nascita e lì aveva imparato a sciare. Adesso camminava in mezzo alle piste prive di neve ma fresche d’erba nuova, in fin dei conti era maggio il mese della primavera e della magia.
Voleva stare da sola, così aveva detto alle sue sorelle, e così fece. Si coricò in mezzo all’erba, chiuse gli occhi per assaporare quella pace. Rimase così per parecchio tempo, infine si addormentò. Era tranquilla, sapeva di non correre alcun pericolo.
Quando si svegliò, ormai era ora di tornare a casa, si ricompose, si alzò e s’incamminò verso la macchina, ma aveva sete, quindi, decise di fermarsi nel rifugio per bere qualcosa.
Quando entrò nel locale, tutti si voltarono a guardarla, era una ragazza che non passava inosservata, e questo la imbarazzava un pochino. Si diresse al bancone senza guardare nessuno e, sedendosi su di uno sgabello, ordinò un succo di frutta.
Era assorta nei suoi pensieri, quando un tuono terribile la riportò alla realtà azzittendo tutti i clienti. Nel giro di 20 min. il rifugio si svuotò e cominciò il diluvio, Isabelle non si mosse, sapeva benissimo che non avrebbe potuto mettersi in macchina, altrimenti sarebbe rimasta bloccata dalla pioggia.
Guardò il barista il quale le si avvicinò
”Mi dica” disse
“Avrei bisogno di una stanza per la notte”
“Certo, é rimasta giusta una matrimoniale con il bagno, se per lei va bene”
“E’ perfetta. La prendo per questa notte e chissà, forse anche per domani”
Il barista la fece accomodare alla reception, dove le fece firmare il registro e le consegnò le chiavi. In quel momento ricordò che la sua borsa si trovava in macchina, fuori imperversava una tempesta, ma non aveva paura così si diresse verso la sua auto senza l’ombrello, (anche ad averlo non sarebbe cambiato niente) andò a prendere la borsa.
Quando rientrò era bagnata ma felice, adorava i temporali primaverili.
Salì le scale, si diresse verso la sua camera, aprì la porta e vi entrò. L’ambiente era molto accogliente con quell’arredamento di legno che scaldava l’atmosfera. C’era anche un camino di pietra. Appoggiò la borsa sulla cassapanca ai piedi del letto, si diresse in bagno, aprì l’acqua della vasca, si spoglio e ritornò in camera per prendere il necessario per farsi una doccia. Era completamente nuda, girava tranquilla per la camera, adorava rimanere senza niente addosso, la faceva sentire bene, Era piegata sulla borsa quando la porta si aprì ed entrò un uomo. Rimasero a fissarsi per qualche minuto, era bellissimo alto e con un fisico statuario. Quando incrociò il suo sguardo d’approvazione, si ricordò di essere completamente nuda, ma non si fece prendere dal panico e si diresse verso il bagno, dove prese un asciugamano per coprirsi.
Quando rientrò, l’uomo aveva chiuso la porta e stava disfacendo la sua borsa, lo guardò chiedendosi cosa credesse di fare, come se le avesse letto nel pensiero, lui le disse
“A quanto pare le hanno dato la mia camera.Era prenotata da più di due settimane, ma non si preoccupi, può rimanere anche lei se vuole”. Rimase ammutolita, sapeva che non c’erano altre camere disponibili, così decise di accettare l’invito e, prendendolo in contropiede, gli rispose “La ringrazio per l’invito, accetto molto volentieri. Adesso, se mi vuole scusare, vado a farmi un bagno caldo”. Sembrava divertito e allo stesso tempo sorpreso della sua risposta. Lei si girò di colpo e porgendogli la mano disse “Io sono Isabelle. Piacere di conoscerti”. Era passata a dargli del tu, lui le disse semplicemente ”Piacere mio. Io sono Giacomo”. La guardò voltarsi e dirigersi verso l’altra stanza, quando scomparve dietro la porta, sorrise e tra se pensò che era una strana ragazza, ma con un corpo stupendo. Nel bagno intanto, Isabelle sarebbe voluta sprofondare sotto un metro di terra, si chiedeva come avesse fatto a rimanere così tranquilla, ma soprattutto, ad accettare l’invito di uno sconosciuto a dividere la stanza. Decise che dopo ne avrebbe parlato con lui, adesso però voleva godersi il suo bagno. Si lavò con molta cura e, dopo essersi risciacquata riempì la vasca, mise degli oli nell’acqua e vi s’immerse. Giacomo bussò alla porta, senza aspettare risposta entrò in bagno la guardò e si diresse verso i sanitari, ne aveva bisogno, Isabelle arrossì da quello strano comportamento e si immerse completamente nella vasca da bagno.
Quando riemerse lui non c’era più. Guardò l’orologio e vide che era ora di uscire, così tolse il tappo della vasca, si avvolse in un telo grande di spugna e ritornò nella camera. Lui non c’era, si coricò sul letto per rilassarsi, non riusciva a rendersi conto di quello che le stava accadendo, con questo pensiero si addormentò. Sognò quell’uomo, tanto bello quanto misterioso e, quando riaprì gli occhi, lui era al suo fianco che dormiva. Rimase a fissarlo, era in boxer e aveva il torace nudo. Era statuario, aveva pettorali e addominali disegnati, le sue labbra erano carnose e il viso era sereno, sembrava un angelo. Non resistette alla tentazione di toccarlo. Gli accarezzò il viso, scendendo poi verso il torace. Lui aprì gli occhi, i loro sguardi si incrociarono, il suo era dolcissimo e accarezzavano le curve di quel corpo avvolto nell’asciugamano. Glielo tolse, lasciandola nuda, odorò la sua pelle che sapeva di mughetto, cominciò a baciarle le spalle, lei non si ritrasse, quella strana situazione le piaceva, non le era mai capitato di trovarsi in stanza con uno sconosciuto. Le mani di lei ricominciarono a muoversi su quel corpo perfetto, seguendo le curve di quei muscoli sodi. La bocca di lui si spostò dalle spalle e, risalendo la curva del collo, provocò un brivido di eccitazione in lei, e si adagiò sulla bocca. Fu un bacio appassionato, inebriante, che stravolse tutti i loro sensi. Si stacco dalla bocca di lui, avida del suo corpo seguì con la lingua tutte le curve dei muscoli, era arrivata ai suoi capezzoli, glieli stuzzicò prima con la lingua, poi coi denti. Sotto di lei, intanto, sentiva aumentare l’eccitazione di quel corpo. Lui la prese, la girò sul letto, e dopo essersi liberato dell’unico indumento che lo copriva, le salì sopra. Lei guardò il suo pene, era enorme e ben fatto. Un brivido di eccitazione le percorse la schiena, lui le baciò il collo e seguendone la curva arrivò al seno; era sodo, ben fatto, con dei capezzoli proporzionati e ben delineati. Ne stuzzicò uno con la lingua, mentre con la mano giocava con l’altro. Lo mordicchiò, provocandole un gemito di piacere, sentendo questo suono lui le succhiò il seno con avidità. I sensi di lei erano alle stelle, le sue mani si muovevano sulla schiena di lui, le unghie graffiavano la pelle, lui si staccò dal seno e si diresse verso il ventre, scendendo sempre più giù sino ad arrivare al suo fiore.
L’eccitazione era alle stelle, lui cambiò posizione, in modo che lei potesse prendere in bocca quel membro ormai gonfio di piacere. Così fece, mentre lui stuzzicava con la lingua il suo clitoride. Gemiti di piacere uscivano da entrambi, lei muoveva avidamente la bocca su e giù. Lui si stacco di colpo, senza dire niente la penetrò. Lo fece dolcemente, si muoveva lentamente, lei sotto di lui seguiva il ritmo di quello sconosciuto, come se fosse la cosa più normale, come se lo conoscesse da sempre. Si baciarono appassionatamente, stringendosi e movendosi. Uno spasmo la colse all’improvviso, era il primo orgasmo. Lo guardò negli occhi, aveva capito, ma per lui non era ancora il momento, così continuarono. Cambiarono posizione, adesso lei era di schiena, lui la prese da dietro e, impugnando il suo bacino, si mosse con ritmi lenti ma decisi, lo sentiva gemere, lei stessa gemeva. Fantastico, questa era l’unica definizione che le veniva in mente, era vicina al secondo orgasmo, quando, lui uscì da lei e rigirandola la penetrò ancora. Ora erano di nuovo occhi negli occhi, lo sguardo di lui era dolce, lei si trovò a chiedersi se, insieme, avrebbero potuto essere felici per tutta la vita. Vennero insieme, un urlo di piacere pervase la stanza, mentre, un calore nuovo pervase il corpo di lei.
Giacomo si accasciò su di Isabelle, i loro cuori battevano forte, il respiro era affannoso, si baciarono, fu dolce e caloroso. Lui si staccò, si coricò al suo fianco, la strinse a se, erano stremati e si addormentarono.
Quando Isabelle si svegliò erano ancora in quella posizione. Avevano dormito così tutta la notte. Il sole si stava alzando nel cielo, senza fare rumore si sciolse da quell’abbraccio e uscì dal letto. Andò in bagno, si lavò solo i denti, voleva avere il profumo di quello sconosciuto sulla sua pelle.
Ritornò nella camera, sempre in silenzio si vestì e fece la borsa. Lo guardò a lungo. Sapeva solo il suo nome, era uno sconosciuto, ma le aveva fatto provare sensazioni incredibili.
Usci dalla camera e dalla sua vita. Andò alla reception per pagare il conto, ma le dissero che era già stato pagato dal suo compagno. Sorrise a quell’affermazione, se solo avessero saputo. Ringraziò lasciò il rifugio e si diresse verso la sua auto. La giornata era stupenda, il sole era alto e l’aria fresca, salì sulla macchina. Partì senza voltarsi indietro così non vide la figura, che dalla finestra di quella stanza, la osservava partire.
Giacomo pensava a quanto fosse stata fantastica quella notte con una sconosciuta.

FINE

4 commenti:

Anonimo ha detto...

fantastico questo racconto mi ha fatto anche eccitare, veramente bello e intenso, peccato che nella realtà non succedano mai queste cose ho serebbe finito in litigio per aver dato la stessa camera ad uno sconosciuto.
Molto bello anche la descrizione del rapporto senza cadere nel volgare.

fuori controllo ha detto...

fantastico questo racconto mi ha fatto anche eccitare, veramente bello e intenso, peccato che nella realtà non succedano mai queste cose ho serebbe finito in litigio per aver dato la stessa camera ad uno sconosciuto.
Molto bello anche la descrizione del rapporto senza cadere nel volgare.

Anonimo ha detto...

Robi tu scrittrice...
Volevo solo dirti: è stato un piacere conoscerti! Mi son divertita un sacco ieri sera, spero di rivederti presto!

Vincenzo ha detto...

L'ho trovato veramente ben fatto,mi piace l'ambientazione e lo stile.