lunedì 29 settembre 2008

GABRIELE
di
Roberta Trisconi


Le punte dei piedi si tesero, mentre una scossa di piacere le percorreva la schiena inebriandole tutti i sensi. Aveva appena avuto il primo orgasmo, conscia che non sarebbe stato l’ultimo, si aggrappò alla schiena del suo compagno, mentre un urlo trattenuto le giungeva sulle labbra.
Lui non smise di muoversi dentro di lei, stimolato dal contrarsi delle pareti vaginali della ragazza, cominciò ad assestarle dei colpi secchi, mentre lei ricominciava a muoversi davanti a lui. Si era rialzata un pochino adesso era proprio a 90° e stava ricominciando a godere dei colpi che le assestava il vigoroso biondo alle sue spalle.
Gemeva e si contorceva, aveva la sensazione che non le bastasse, eppure era proprio ben dotato il ragazzo, sia in larghezza sia in lunghezza.
Gabriele, se non ricordava male si chiamava così, lo aveva conosciuto la sera precedente in un bar del centro, e complici la primavera, gli ormoni assetati e un vestitino decisamente provocante, l’aveva indotto ad invitarla fuori a cena la sera successiva. Dopo la cena avevano bevuto qualcosa, poi lui l’aveva riaccompagnata a casa e lei lo aveva invitato a salire per bere un cafè, che, però non venne mai preparato.
Appena la porta si chiuse alle loro spalle, lui l’abbracciò da dietro e cominciò a baciarle il collo cingendole la vita, Annalisa, così si chiama la nostra amica, aderì al suo corpo, sollevando leggermente le natiche per aderire con il rigonfiamento che sentiva crescere nei suoi pantaloni.
Si staccò da quel bacio, conscia che se avesse continuato ancora avrebbe avuto un orgasmo, lo prese per mano e lo accompagnò in camera dove c’era un letto a baldacchino con coperte in cotone egiziano morbide e fresche di bucato ad attenderli.
Lui l’abbracciò e le fece scendere la cerniera del vestitino che indossava, che scivolò ai suoi piedi lasciandola con un reggiseno senza spalline, un paio di mutandine completo e le scarpe con il tacco.
Lei gli sbottonò la camicia, baciandogli quel torace scolpito nel marmo, poi lo fece coricare sul letto, dove gli slacciò i pantaloni e glieli tolse insieme ai boxer, gli tolse anche le scarpe e le calze lasciando completamente nudo davanti i suoi occhi.
Lì ebbe la piacevolissima sorpresa del signor cazzo con il quale avrebbe avuto a che fare, era grande, e non era ancora nel pieno dell’erezione.
Si mise sopra di lui, facendo aderire i loro corpi, e si impossessò della bocca. Cominciarono a baciarsi, sfiorandosi le lingue leggermente, assaporandosi a vicenda, e mentre lei gli teneva il viso tra le mani, lui le accarezzava la schiena, le dita di lei affondarono poi in quei morbidi capelli color del sole e mossi come il mare. 
Si staccò da quel bacio per guardarlo negli occhi e perdersi così nell’azzurro profondo di quello sguardo scrutatore. 
Era proprio suo opposto in quanto a colori, lei scura di capelli con gli occhi nocciola, il nasino delicato e le labbra carnose, lui come abbiamo prima detto, biondo con gli occhi azzurri, il naso aquilino e le labbra, non carnose, ma estremamente morbide e invitanti che facevano da cornicina dei denti bianchi.
Tornò a baciarlo, ma questa volta sul torace, scese sempre più in basso, sempre baciando e leccando sino ad arrivare all’asta che si era ormai eretta in tutto il suo splendore, rimase un attimo ad osservarlo, poi presa da un attacco di lussuria lo ingoiò completamente per poi tirarlo fuori succhiando con forza la cappella, rossa e lucida, ridiscese ancora, ma questa volta con più calma e passandolo con la lingua tutto intorno mentre con una mano giocava con le sue palle. 
Sentiva ansimi di piacere uscire dalla sua bocca, cosicché ci mise ancora più impegno, leccò, succhiò e mordicchiò per parecchio tempo sino a che lui non le prese la testa e la fece sollevare sino a portarla alla sua altezza così da poterla baciare ancora e sentire il sapore di lei mischiato al suo.
La fece coricare supine, e si mise sopra di lei, la guardò intensamente negli occhi, e senza tanti preamboli la penetrò. 
La sua fighetta era stretta ma molto bagnata, tanto che entrò piuttosto facilmente.
Lei chiuse gli occhi ed inarcò la schiena sino a aderire completamente al suo torace, emettendo un ansimo di piacere, dopodichè tornò a distendersi e ad alzare il bacino, in modo da facilitare la penetrazione a lui e di sentirlo meglio lei.
Gli prese la testa e la portò verso il suo seno offrendogli il capezzolo che lui cominciò a succhiare e mordere, tirandolo verso l’alto e verso se stesso, lei intanto ansimava di piacere, non amava urlare e nemmeno parlare, infatti, non diceva quasi mai cosa voleva le venisse fatto, piuttosto si comportava in modo tale che l’uomo fosse costretto a fare quello che voleva lei. I colpi di lui si fecero più insistenti come anche i suoi grugniti di piacere, lei si sollevò e in posizione quasi seduta lo costrinse ad uscire, poi se coricò su di un fianco porgendogli le terga e alzando le gamba libera, lui si mise dietro di lei e nella stessa sua posizione e rientrò. Nel momento in cui sentì la cappella di lui appoggiarsi alla fighetta, sospirò in maniera più vistosa lui si mosse con forza voleva sentirla urlare, ma non ci riusciva, le diede anche un paio di pacche sulle natiche con il risultato di eccitarla ancora di più. Continuarono a muoversi all’unisono, lui le stringeva il seno tormentandole i capezzoli e lei invece contraeva i muscoli vaginali per aderire meglio a lui. Ebbe il primo orgasmo che la lasciò senza fiato, ma lui non le dava tregua continuava a muoversi dentro di lei, conscio di quello che le era appena successo, avendo sentito le vibrazioni e il contrarsi della sua fighetta, ma voleva venire anche lui facendola venire ancora, così uscì da lei e la posizionò a pecorina affondando in lei lentamente, si mosse delicatamente cercando di aderire il più possibile, ma era talmente bagnata che scivolava, le mise una mano sulla schiena e la fece discendere lasciando in quel modo il bacino più in alto, con suo grande stupore in quella posizione lei cominciò a masturbarsi stimolando il clitoride. 
La cosa lo eccitò tantissimo, tanto che riprese a muoversi velocemente e con forza, riuscì a strapparle dei piccoli urli, ma non sapeva se di piacere o di dolore e sinceramente poco gli importava, voleva venire e inondarla con il suo sperma.
Lei si rialzò un pochino e lui ne approfittò per serrarle i seno, ma quando sentì l’arrivo dell’orgasmo li rilasciò per prenderle il bacino e muoverlo verso di se, lei si masturbò più velocemente, voleva avere un orgasmo memorabile, anche lui si mosse più velocemente fino a che un urlo non sentenziò l’arrivo dell’orgasmo. Annalisa sentì il calore dello sperma pervaderla dentro cosa che contribuì a farle avere un orgasmo, intenso e memorabile.
Si accasciarono esausti, lui sopra di lei, i loro cuori battevano forte, ma la sensazione di leggerezza prevaleva su tutto.
Gabriele si mosse ed uscì da lei mettendosi supino, Annalisa invece non aveva la forza di muoversi, era esausta, dolorante ma estremamente soddisfatta.
Fu lui a rompere il silenzio:
“Ti va un po’d’acqua?”
“Sì grazie, la cucina è la seconda porta a destra, trovi la naturale sul ripiano, e la frizzante in frigorifero, i bicchieri, apri gli armadietti in alto che li trovi”
Gabriele acconsentì e si alzò, mentre usciva dalla stanza Annalisa chiuse gli occhi cadendo in un sonno profondo.
Gabriele tornò in camera con i bicchieri e la trovò addormentata, era ancora nuda così la sollevò leggermente, giusto per aprire il letto e poterla coprire, dopodichè si sedette al suo fianco e rimase ad osservarla, le scostò una ciocca di capelli da viso e l’accarezzò, lei si mosse girandosi su un lato, era proprio una bella ragazza, anzi una bella donna.
Rimase qualche minuto ad osservarla incerto sul da farsi dopodichè si alzò, si rivestì ed uscì da quella casa per tornarsene a casa sua.
Annalisa riaprì gli occhi che era ormai mattina inoltrata, si voltò e vide che l’altro lato del letto era intatto, capì così che lui doveva essersene andato, mentre lei dormiva. Guardò verso il comodino e vide il bicchiere d’acqua che gli aveva chiesto la notte precedente, ragazzi che notte, pensò tra se.
Rimase a letto ancora qualche minuto poi si alzò ed andò in bagno dove si fece una doccia, poi andò in cucina a prepararsi la colazione, aveva proprio fame.
Quando si trovò davanti al frigorifero vide un bigliettino sotto ad una delle calamite, era di Gabriele, lo prese e lo lesse:
“Grazie della splendida serata, ti chiamo appena torno dal lavoro… un bacio”
Sorrise tra se e se poi lo ripose sotto la calamita, guardò l’orologio, avrebbe fatto tardi se non si fosse sbrigata, ma non sarebbe comunque riuscita a fare colazione in casa, così l’avrebbe fatta fuori.
Si vesti con cura, infine, si soffermò ad osservare il letto, e un brivido di piacere le percorse la schiena.
Uscì da casa sorridendo, in fondo non era ancora finita.

FINE

martedì 16 settembre 2008

lunedì 15 settembre 2008

venerdì 30 maggio 2008

35 ANNI

Il 28 maggio 2008, tre giorni fa, ho cmpiuto 35 anni...
Un traguardo mi hanno detto tutti, sei ormai una donna, è ora di crescere e di mettere la testa a posto.
Insomma tutta la mia famiglia, e anche qualche amico, si è coalizzata per dirmi che devo crescere. Ora uno si potrebbe chiedere il perchè, e la risposta è molto semplice...
IO SONO UNA ETERNA PETER PAN
Non voglio crescere, o meglio non voglio crescere secondo li stereotipi di questa società.
Io mi reputo una persona adulta, conosco la differenza tra bene e male, so cosa devo fare e quando lo posso fare, lavoro, mi mantengo, insomma faccio tutte le cose che fanno le mie coetanee, solo che a differenza di loro io non ho perso il contatto con la mia parte bambina, quella parte di me che mi fa vivere sognando.
Mi rendo conto che dovrei tenere i piedi ben piantati per terra, e credetemi per certi versi lo faccio, ma mi piace troppo giocare ridere scherzare e sognare...
Mi perdo mei miei pensieri e ad occhi aperti viaggio proprio come facevo quando avevo 10 anni e credevo che tutto fosse possibile, che la magia esistesse e che io fossi una piccola streghetta...
posso sembrare folle lo so, ma non è così credetemi...



ARDENTE VOLUTTUOSITA'

Labbra infiammate
da dolorosa astinenza
bramano passione inespressa
su voluttuosi corpi
di morbida carne.
Infrange il muro
del piacere
l'onda che nasce
dal profondo,
inebriando con
ardente desiderio
l'intimo inconscio.
Sfuma il tumulto,
rimane l'attesa
per l'anelato piacere...

Roberta Trisconi

lunedì 28 aprile 2008

domenica 27 aprile 2008

SURREALE

Surreale...
Come un quadro
di Dalì,
in cui
il tempo
sembra perdersi
nello spazio infinito.

Reale...
Come il battito
del cuore,
a scandire
i nostri momenti
di vita.

Impalpabile...
Come la nebbia
che tutto cela
e tutto scopre.

Roberta Trisconi