lunedì 14 gennaio 2008

MARTA

di Roberta Trisconi


Si svegliò madida di sudore, il sogno che aveva appena fatto le ronzava ancora nella testa, e voleva solo dimenticarlo, troppo cose brutte erano capitate nell’ultimo periodo.
Guardò la sveglia e si accorse che erano solo le 6,00 avrebbe potuto tornare a dormire per un’altra oretta, ma non voleva richiudere gli occhi per non richiamare le immagini di quel sogno.
Così decise di alzarsi, e di andare in cucina a fare colazione e poi di prepararsi con tutta calma per andare al lavoro.
Alle 7,35 era pronta, per compiacersi si era vestita con molta più cura del solito, indossando il suo completino intimo preferito, di pizzo color pesca, dei gemellino di cachemire dello stesso colore una gonnellina di seta avorio calze parigine e scarpe col tacco alto, cosa molto insolita per lei, si era truccata con molta cura anche se molto leggermente.
Prese il cappottino e la borsetta ed uscì di casa. Si accorse subito che la scelta dell’abbigliamento era perfetta, infatti gli uomini si giravano a guardarla, cosi eretta nel suo portamento regale si diresse in ufficio.
Lavorava in una multinazionale dell’editoria come assistente personale dell’amministratore delegato, ruolo che si era guadagnata con anni di gavetta. Le piaceva il suo ruolo, senza volerlo aveva più potere di molti manager, essendosi guadagnata la fiducia del suo superiore.
Varcando la soglia dell’azienda salutò il portinaio e le centraliniste, dopo di che salì con l’ascensore sino all’ultimo piano (come nella migliore tradizione delle persone importanti) dove si trovava il suo ufficio. Si accorse di essere ancora il largo anticipo, in fin dei conti erano solo le 8,00 e lei iniziava alle 9,00 così riprese la sua borsetta e un libro che aveva nel suo cassetto e si diresse alla caffetteria del palazzo, situata su di una terrazza al piano inferiore. Era un luogo stupendo praticamente una specie di serra, con molti alberi e fiori e i tavolini sparsi sotto i vari alberi e il bar al centro.
Prese una spremuta di arancia e pompelmo e si sedette in un tavolino appartato vicino ad una delle vetrate, dove poteva vedere i tetti della città per lei molto suggestivi.
Si mise a leggere.
“Ciao Marta di disturbo?”
“Ciao Federico, no assolutamente, non mi disturbi affatto..”
“Posso farti compagnia per la colazione?”
“Certo che puoi, mi piace avere compagnia lo sai”
Federico era uno dei product manager più quotati, si occupava del lancio dei libri di scrittori importanti, era un bell’uomo, alto moro con gli occhi verdi, ed un discreto fisico, aveva 43 anni ma era ancora single, lui diceva che non era interessato ad avere una relazione fissa, preferiva le sue avventure da una notte con le sue svariate amichette, ma Marta non credeva a questa cosa, secondo lei era ancora single semplicemente perché non aveva ancora trovato la donna giusta per lui.
“Come mai in ufficio così presto?” le chiese Federico
“mi sono svegliata molto presto, e di conseguenza sono uscita di casa molto presto, tu invece, non dovresti essere a New York?!”
“Mi hanno spostato l’appuntamento a venerdì, così passerò fuori anche il week end. Vuoi venire con me? Partiamo venerdì mattina, pensi che per il big boss sia un problema?”
“Se glielo chiedi tu, no di sicuro” gli rispose
“perché se glielo chiedo io!?”
“non fare il finto tonto, sei quello che fa il fatturato più alto di tutta l’azienda, in più ha un debole per te, gli sei molto simpatico… quindi chiediglielo a me piacerebbe staccare un pochino e tornare nella grande mela per qualche giorno”
“pensi di riuscire a trovare una tua degna sostituta per una settimana?”
“credo di si, e poi ho parecchie ferie arretrate da fare” gli rispose candidamente
“se me lo chiedi con quegli occhioni non riesco a negarti nulla… a che ore posso incontrarlo?”
“che ne dici del pranzo? È sempre ben disposto dopo aver mangiato bene, magari anche nel suo ristorante preferito… prenoto per le 13.30?”
“e vada per il pranzo”. Si sorrisero intanto avevano finito di fare colazione ed era ormai ora ti entrare in ufficio.
Federico si alzò per primo e le offrì la colazione e le scostò persino la sedia prendendole la mano per farla alzare. La osservò attentamente
“complimenti, oggi sei più carina del solito” le disse sorridendo
“Grazie, ma non dire così che mi fai arrossire” e mentre lo diceva le sue guance si imporporavano.
Presero insieme l’ascensore dopo di che ognuno si diresse nel proprio ufficio.
Il cav. Egidio Darlerio era di ottimo umore quella mattina, la chiamò in ufficio con la sua agenda per sapere degli appuntamenti della giornata.
“La mattina è tutta impegnata con i soci dell’azienda per il consultivo di fine anno, poi il dott. Federico Croce chiede di pranzare con lei, nel pomeriggio invece..”
“Per il pomeriggio mi cancelli tutti gli appuntamenti, per il pranzo invece accetto con vero piacere, però mi raccomando prenota tu nel mio ristorante, a che ore inizia la riunione?”
“verso le 10.00 sino alle 13.00”
“tre ore con intere di conti… chiamali, di loro che la riunione la spostiamo a gennaio dopo le ferie… oggi ho degli impegni più importanti.” Le disse osservandola attentamente
“C’è qualcosa che non va? Mi sembri diversa dal solito, e non mi riferisco all’abbigliamento e al trucco”
Era sempre stato un uomo attento a tutto ciò che lo circondava, ecco perché era un ottimo capo e l’azienda fruttava tanto, i dipendenti gli volevano bene e di conseguenza facevano bene il loro lavoro.
“Ho solo fatto un brutto sogno… ma tra poco dovrebbe essere tutto passato” gli rispose con un sorriso
“Capisco… Va bene io adesso vado tu sai cosa fare… di a Federico che ci vediamo al ristorante per le 13.30.” detto questo uscì dall’ufficio.
Marta lo guardò uscire sorridendo e pensando a cosa dire a tre persone.
Chiamò Federico e gli confermò l’appuntamento per le 13.30 aggiungendo che il capo era di buon umore quella mattina e che se ne era già andato.
Chiamo i soci per il consultivo e disse loro che purtroppo bisognava spostare tutto nei primi giorni di gennaio.
Marta non era sola in ufficio, con lei c’era un’altra ragazza che si occupava della compilazione di lettere e di tutti quei piccoli compiti che Lei non riusciva ad assolvere, Il suo nome era Federica, aveva 25 anni, quindi otto in meno di Marta, era molto dolce, tanto che Marta cercava sempre di proteggerla dalle sfuriate del boss (che anche se rare quando succedeva lo sentivano sino a tre piani sotto), che affrontava lei perché abituata e con un carattere molto forte.
La testa di Federico sbucò dalla porta
“Disturbo?”
“No dimmi”
“ho bisogno di un tuo parere su di una pratica puoi venire?”
“certo, ma ti bastava chiamarmi”
“Federica rispondi tu al telefono, se ti chiedono del cav. Di che per tutto il giorno è impegnato e non può essere disturbato”
“Va bene non preoccuparti”
Uscendo dalla porta Federico le disse sottovoce nell’orecchio “oggi sei troppo carina per non vederti”
“Andiamo che è meglio… non ti bastano tutte le tue donne?!”
“Loro non hanno la tua classe, il tuo portamento e la tua simpatia”
“sei il solito adulatore… ma devo dire che la cosa mi piace” glielo disse guardandolo maliziosamente, a Federico vennero i brividi al pensiero di quello che avrebbe voluto fare con lei.
Marta sapeva benissimo dove Federico voleva arrivare, per quello aveva accettato di andare a New York per una settimana con lui.
Federico lavorava per la Darlerio edizioni oramai da 7 anni ed era sempre stato affascinato da Marta, sebbene se ne fosse sempre tenuto alla larga perché la considerava pericolosa per la sua libertà, ma quella mattina quando la vide qualcosa era scattato in lui, la voleva possedere, anche solo per una volta ma voleva dare un fisicità alle sensazioni che immaginava di provare toccando il suo corpo.
Arrivati nell’ufficio di lui si dedicarono al lavoro,, dovevano preparare la copertina per lo scrittore di New York e secondo lui c’era ancora qualcosa che mancava.
Lavorarono fianco a fianco tutta la mattina, sfiorandosi di tanto in tanto, e mentre lei non lo guardava lui ammirava attraverso la scollatura della maglietta il suo seno florido.
Marta guardò l’orologio e si accorse che era ora per lui di andare a pranzo, così andò alla sua scrivania e chinandosi sul suo viso gli disse in un soffio ”è ora che tu vada all’appuntamento”
A Federico mancò un battito, la sensualità di quel gesto lo fece eccitare.
Marta uscì dall’ufficio dirigendosi verso il suo. Sapeva cosa aveva appena fatto e cosa aveva provocato, lo aveva fatto apposta, perché così facendo era sicura che si sarebbe impegnato al massimo per farla andare con lui una settimana.
In ufficio trovò Federica intenta nei suoi lavori, le chiese se avesse finito e le propose di pranzare insieme.
Uscirono insieme ed incontrarono anche le ragazze della contabilità che si unirono a loro per il pranzo.
Alle 14.30 erano di ritorno in ufficio, dopo circa trenta minuti ricevette la telefonata del Cav. che le concedeva la settimana a New York, ma non come ferie, ci sarebbe andata per controllare che tutto andasse come previsto.
Soddisfatta per l’evolversi della cosa, lavorò per il resto del pomeriggio, dei biglietti e dell’albergo se ne stava occupando Federica, un pochino intimorita dal dover rimanere in ufficio per una intera settimana senza di lei.
A fine giornata tornò al bar del palazzo, le piaceva quel luogo le infondeva pace e serenità.
Federico la raggiunse dopo poco, era raggiante, il pensiero della partenza dell’indomani lo stimolava enormemente, quante cose avrebbero fatto una volta finito il lavoro.
“come sei sorridente, qualche bella notizia?” le chiese lei con sguardo stupito
“Ma sai il capo oggi a pranzo mi ha detto che a New York devo portare con me la sua straordinaria assistente,essendo un cliente molto importante, che puntiamo da tanto tempo” rispose lui.
“mmm e quando dovrebbe accadere questa cosa?”
“se corri a casa a preparare le valige direi, tra circa 15 ore minuto più minuto meno..”
“allora è meglio che mi sbrighi, devo anche passare in erboristeria e in farmacia oltre che in lavanderia”
“Vuoi un passaggio?”
“non credo che potresti sopportare i miei interminabili giri, e poi devi prepararti anche tu no”
“non preoccuparti, non mi disturba trasportarti in giro per la città, tanto la mia valigia è praticamente sempre pronta, e poi se fai abbastanza tardi ceniamo insieme”
“se la metti su questo piano non posso far altro che acconsentire di cuore”
Si alzarono entrambi, dal tavolo molti nel locale si voltarono ad osservarli perché visti insieme erano veramente una bella coppia.
I giri di Marta si rivelarono più lunghi del previsto, in quanto decise di entrare anche in un negozio a comprare un completino di intimo che aveva visto due giorni prima, ma alla fine da solo uno divennero tre, uno più bello dell’altro, in più Federico si era ricordato che aveva bisogno anche lui di alcune cose.
Quando ebbero finito le svariate commissioni era veramente ora di cena. Scelsero un localino poco frequentato ma molto bello nella zona degli artisti della città. C’era jazz suonato dal vivo quella sera e la cucina era casalinga.
Marta prese del pesce spada alla griglia con insalata, mentre Federico optò per una tagliata di manzo piemontese al pepe rosa con insalata, da bere non presero nulla tranne dell’acqua.
“E’ bellissimo questo posto, non mi ricordavo che il giovedì sera ci fosse la musica dal vivo. Così domani si parte…”
“Si… sei contenta? Di venire a New York per lavoro intendo”
“Si… Sai cosa mi piace ancora di più che è il periodo di natale e sarà tutto pieno di luci e magico…”
Aveva l’aria sognate dei bambini, era proprio attraente.
“Dove alloggeremo?”
“ho prenotato due camere comunicanti in un albergo nel quartiere di Soho, è vicino ai luoghi di incontro col cliente e poi è molto carino come albergo, vedrai domani. Il volo invece è in business class naturalmente seduti vicini, almeno quando mi verrà sonno saprò dove posare il capo…”
“e dove?”
“ma che domande sulla tua spalla naturalmente”
Risero entrambi di gusto.
La cena fu eccellente, ma si fece anche molto tardi così pagarono il conto e si diressero a casa di Marta, lei prese tutti i suoi pacchetti e scese dalla macchina con lui che le teneva la portiera aperta.
“grazie per tutto… ci vediamo in aeroporto domani mattina alle sei”
“tu come vieni?”
“Prenderò La navetta dalla stazione e fino in stazione ci andrò col taxi.”
“non se ne parla nemmeno a quell’ora della mattina gira troppa brutta gente per la città, ti passo a prendere io, sarò da te alle 5.00 e non discutere”
“si ma così facendo significa che tu dormi soltanto tre ore”
“non preoccuparti dormirò un pochino in aereo domani”
“va bene allora ci vediamo domani mattina, grazie di tutto”
Si avvicinò a lui per dargli un bacio sulla guancia, il contatto dei loro corpi provocò in entrambi un brivido di eccitazione molto profondo.
Marta si stacco da lui a forza costringendosi ad andare in casa, ma Federico la fece girare e la baciò. Le labbra di lei, carnose e morbide, si schiusero per accogliere la sua lingua, cominciò come un bacio passionale, trasformandosi poi, in un bacio travolgente, da fuori non si riusciva a capire dove finisse lui e dove cominciasse lei, avvinghiati com’erano l’una all’altra. Quando si staccarono sembrava passata un’eternità, a Marta batteva forte il cuore ed era senza respiro, In Federico si leggeva il desiderio di possederla.
Lei si fece forza e prese le sue cose, cadute per la strada e si impose di salutarlo
“Fabry ci vediamo domani mattina… se tu rimanessi qui sai già cosa succederebbe ma non è il caso che succeda proprio questa sera”
“Ok come vuoi tu… ci vediamo alle 5 allora”
Detto questo, lei entrò in casa e lui parti verso la propria, si mise subito a fare la valigia, il mattino sarebbe arrivato molto presto. Quando ebbe finito di fare la borsa fece una doccia veloce e si coricò nel letto, solo che non riusciva a prendere sonno era ancora troppo scossa ed eccitata dal bacio per riuscire a dormire.
Suonò il suo cellulare privato, guardò lo schermo, era Federico.
“ciao…”
“ciao… cosa fai?”
“sono coricata nel letto, ma non riesco a dormire. Tu invece?”
“Lo stesso per me… non riesco a non pensarti…”
“e a cosa pensi?!”
“Alle sensazioni provate prima… sono ancora tutto eccitato…”
“mmm allora credo proprio che per te sia un problema… comunque sai come si dice no… Mal comune mezzo gaudio…”
“Allora anche tu sei eccitata!?”
“lo dici come se fossi sorpreso… pensavi di essere l’unico ad eccitarsi…”
“Si ma per voi è più facile…”
“lo dici tu che è più facile… io non riesco a spegnermi così smettendo semplicemente di pensarci…”
“e quindi cosa fai?”
“Tu cosa fai?”
“io mi massaggio pensando a quello che vorrei fare con te…”
“interessante… è la stessa cosa che stavo facendo io…”
“chi l’avrebbe mai detto, non pensavo, vedendoti tutti i giorni in ufficio che fossi quel genere di donna”
“quale genere di donna?”
“quella che si masturba… come lo fai? Ti va di raccontarmelo?”
“ma non dovremmo dormire?”
“si ma visto che non ci riusciamo, tanto vale divertirci non credi…”
“secondo me è più divertente vederlo fare che raccontarlo… comunque… sono nuda sotto le coperte… le gambe sono leggermente divaricate, una delle quali è piegata…”
“mmm interessante… continua”
“Ho appena fatto la doccia e mi sono cosparsa il corpo di olio, compresa lei… con due dita l’ho allargata per bene, in modo da avere un accesso confortevole al clitoride…”
“Mi hai appena portato in paradiso, adesso è ancora più duro di prima… continua ti prego…”
“Lo sto massaggiando facendo dei gesti circolari con le due dita… tu invece cosa stai facendo?”
“sono nudo sopra le coperte, anche le mie gambe sono divaricate, e lui si erge verticalmente in tutta la sua potenza… l’ho impugnato con la mano destra e la muovo su e giù…”
“Ti piacerebbe se fossi io a farlo?”
“Sarebbe una favola… ma tu come lo faresti?”
“Lo impugnerei con la mano e comincerei a muoverla su e giù, prima delicatamente poi con un po’ più di energia… ma so già che non saprei resistere…”
“in che senso non sapresti resistere…?”
“nel senso che vorrei assaggiarlo, così appoggerei la mia lingua su di lui con tocco lieve, tanto per sentirne il sapore, e se è di mio gradimento lo accoglierei nelle mie labbra baciandolo delicatamente con la lingua…”
“Marta ma sei veramente tu? Non ho sbagliato numero…”
“no sono io… e sto venendo…”
Un gridolino di piacere ruppe il silenzio della stanza di Marta, le gambe prima si contrassero per poi rilassarsi con tanti brividi di piacere, il battito del suo cuore accelerò di colpo per poi tornare seminormale dopo poco tempo…
Federico dall’altro capo del telefono venne silenziosamente per poter sentire lei… Adesso la voleva più di prima.
“Marta…”
“dimmi…””ci vediamo tra un paio di orette… dormi un pochino…”
“si grazie buon riposo anche a te…”
Chiusero il telefono si girarono e si addormentarono.
Il suono insistente del campanello la riportò dalla terra di Orfeo, guardò l’orologio ed era già ora di andare. Si mise la vestaglia e scese ad aprire a Federico.
Quando lo vide diventò rossa come un pomodoro, lui se ne accorse, così la prese tra le braccia e la baciò… dopo di che le disse di correre di sopra a prepararsi che l’aereo non li avrebbe aspettati. Arrivarono in aeroporto in tempo per fare il check-in e imbarcarsi. Si sedettero ai loro posti, dopo di che Marta si addormentò appoggiando la testa sulla spalla di lui come gli aveva preventivamente detto.
Il volo sarebbe durato circa 10 ore se non ricordava male quindi sarebbero state le 22.00 ora locale…
Non sapeva per quanto avesse dormito quando si svegliò, ma doveva essere stato per tanto tempo e profondamente, perché era coricata con la testa appoggiata sulle gambe di lui. Alzò gli occhi e vide che anche lui stava dormendo, con le braccia appoggiate su di lei.
Facendo molto piano, per non svegliarlo si alzò ed andò alla toilette per rimettersi in ordine… guardò l’orologio e vide che mancavano tre ore all’arrivo.. aveva dormito moltissimo, non le era mai successo di dormire per sette ore filate durante un viaggio aereo. Si guardò allo specchio e si trovò, tutto sommato, in uno stato decente. Si rimise a nuovo ed andò al posto. Federico stava ancora dormendo. Prese dalla borsa il suo libro e si mise a leggere, accorgendosi di avere fame… chiamò la hostess e si fece portate dell’acqua da bere e qualcosina da mangiare, nel frattempo anche Federico si era svegliato, Marta chiese dell’acqua anche per lui e si voltò a guardarlo…
“forse è meglio se vai a rinfrescarti un pochino… sembri uno scienziato folle…”
Lui le sorrise e si alzò per andare a rinfrescarsi.
Al suo ritorno trovò l’acqua che lo attendeva assieme a qualche snack. Le diede un bacio per ringraziarla del pensiero e si risedette al suo posto.
Nelle ore successive parlarono del cliente che avrebbero incontrato il giorno dopo e delle loro vite.
Quando finalmente arrivarono in albergo erano notte fonda.
Andarono ognuno nelle proprie camere e si diedero appuntamento per il giorno successivo.
Quando si svegliò la mattina seguente, si sentiva un’altra persona, il letto era molto comodo e le lenzuola morbidissime. Andò in bagno a farsi una doccia ristoratrice. Si lavò con molta cura i capelli e tutto il corpo. Quando uscì dalla si avvolse nell’accappatoio e si distese sul letto a rilassarsi. Senza rendersene conto si addormentò.Quando riaprì gli occhi Federico era al suo fianco e la stava osservando
“buon giorno bell’addormentata”
“buon giorno a te, ma che ore sono?”
“sono le 9.00, se ti alzi e ti prepari scendiamo a fare colazione e poi andiamo all’appuntamento che è per le 11.30 in un palazzo vicino a central park”
“ok, mi ero già alzata alle 6.00 e mi sentivo anche bella riposata, ho fatto la doccia e mi sono ricaricata sul letto ad aspettare che mi si asciugasse il corpo e invece… mi sono riaddormentata… accipicchia cominciamo bene”
“Non preoccuparti preparati, io ti aspetto così scendiamo insieme”
“va bene, vado in bagno a finire di e sono subito da te”
Nell’andare in bagno prese dalla valigia uno dei completino nuovi, una camicetta bianca e un tailleur gonna gessato grigio, calze nere e scarpe con un leggero tacco; spinse la porta per chiuderla, ma rimase aperta un pochino, cosicché Federico poté assistere al suo rituale di coccole dopo bagno. Vide come si metteva l’olio partendo da fondo massaggiando tutte le zone interessate con movimenti circolari, osservò i movimenti delicati con cui si infilava le mutandine, le calze e la gonna e come si allacciava il reggiseno di sangallo bianco, e la camicetta aderente ed infine si asciugò i capelli e la crema sul volto.
Si riscopri per l’ennesima volta eccitato e smanioso di possederla. Si ricompose dai suoi pensieri, non era quello il momento avevano un’incontro molto importante prima.
La colazione fu deliziosa ma soprattutto golosa, essendo a digiuno da quasi un giorno, visto che in aereo avevano dormito ed erano arrivati talmente tardi che erano andati subito a letto.
All’appuntamento arrivarono con circa mezz’ora di anticipo cosicché si poterono preparare tranquillamente. Lo scrittore era un signore di circa 60 anni molto famoso e molto simpatico, infatti passarono parte del tempo a ridere e scherzare.
Alla fine del primo incontro sembrarono tutti soddisfatti cosicché ci si ripropose di aggiornarsi al giorno dopo.
Avevano il pomeriggio libero, era da non credere, pensarono a cosa fare ma l’unica cosa che venne loro in mente fu l’albergo, avevano in sospeso un incontro e non volevano mancare.
Fecero prima un giro a piedi, per aumentare la tensione sessuale, stuzzicandosi continuamente con sguardi carichi di passione, sfiorandosi e baciandosi appassionatamente come se fosse la loro ultima volta.
Quando arrivarono sul pianerottolo Federico insistette per usare la sua camera, Marta non ne capiva il perché ma lo lasciò fare. Appena varcarono la soglia si guardano negli occhi per un lungo istante, poi una forza magnetica li sospinse uno verso l’altro, le loro bocche si unirono e i vestiti cominciarono a volare per tutta la stanza, lei ormai era stesa nel letto con indosso solo il suo profumo, e lui in costume adamitico in piedi ad osservarla. Non sapeva da dove cominciare, ma lo fece lei per lui, si mise in ginocchio e gli baciò le labbra delicatamente, scese sul collo facendo scorrere la lingua nei punti più sensibili, per arrivare ai pettorali, dove dedicò particolare attenzione ai capezzoli. Continuò a scendere, voleva arrivare al punto di maggior interesse per entrambi… Lo vide erigesi davanti a lei, era piuttosto grosso, piuttosto largo e non eccessivamente lungo, si passò la lingua sulle labbra fissandolo negli occhi e leggendovi un desiderio sempre più acceso.
Lo bacio proprio in cima, poi con la lingua cominciò a leccargli tutta la cappella disegnandola con la punta e cercando di infilarla nella fessura, poi discese per tutta la lunghezza usando parecchia saliva per farla scorrere più facilmente, risalì con un movimento lento, dischiuse le labbra allargò la bocca e lo accolse dentro di se. Era molto grande ma riusciva lo stesso ad assaporarlo a mordicchiarlo. Le piaceva sapeva di uomo e di potenza. Sentì le mani di lui prenderle il capo e a farglielo muovere in su e in giù con un ritmo più secco per lei ma di grandissimo piacere per lui.
Federico era in estasi, non credeva di poter provare sensazioni così intense, la voleva in tutti i modi e in tutte le posizioni. La fece alzare, e ricaricare sul letto, aveva la pelle di seta, un seno florido e due gambe perfette. Le fece dischiudere le gambe, le accarezzò l’interno coscia fino ad arrivare al suo fiore, era caldo e bagnato, vi mise due dita, dopo di che se le mise in bocca, Marta curvava la schiena verso di lui, ma lui sembrava non interessarsi non sapeva bene cosa fare, da dove cominciare… Finalmente decise di iniziare dal fondo, le succhio tutte le dita dei piedi, con la lingua risalì tutte le gambe sino all’interno coscia ed oltre. Le allargo per permettergli di essere comodo, mentre le labbra si posavano sul clitoride e lo baciavano, due dita si insinuarono dentro di lei, movendosi ritmicamente gridolini di piacere uscirono dalla sua bocca, mentre col bacino spingeva sulle sue mani come a volerle far entrare ancora di più, Lui capì questo gesto e le dita divennero tre, e poi quattro, e intanto con la lingua e i denti stuzzicava il clitoride, ma le spingeva ancora, voleva sentirsi piena, lui a guardò in viso per essere sicuro di aver capito i suoi desideri, lei lo guardò con occhi imploranti, allora con molta delicatezza inserì anche l’ultimo dito, e continuò a salire sino ad essere dentro di lei con tutta la mano sino al polso. Un orgasmo la colse con uno spasmo fortissimo e lui rimase dentro a sentire le pareti contrarsi sulla sua mano. Sfilò la mano, e lei si rigirò su se stessa mettendogli in mostra il suo sedere, tondo e sodo, lui la fece sollevare leggermente e senza dire una parola la penetrò, con un colpo secco, senza tanta delicatezza, la sentì gemere di piacere e muoversi sotto i suoi colpi. Una strana follia lo invase, la voleva sentir urlare di piacere voleva farle dire di smettere, così si mosse con più foga dentro di lei, ma lei gemeva e basta, non chiedeva nulla sottomessa a quel dolore che in certi attimi si tramutava in piacere. Lui le prese il seno tra le mani e lo strinse, poi cominciò a giocare con i suoi capezzoli, strizzandoli e pizzicandoli. Adorava quella posizione, gli davo un senso di potere assoluto, perché gli permetteva di dominare. Ma ora non gli bastava più quella posizione, voleva vederla in volto, osservare il suo viso mentre veniva colta dall’ennesimo orgasmo; usci da lei ed ebbe l’impressione che il mondo perdesse di importanza, la girò ma quello che vide, furono due occhi colmi di lacrime. Tutto perse di importanza, la foga di un attimo prima era svanita, la prese tra le braccia e lei si lascio avvolgere da quell’abbraccio mentre lui le sussurrava dolcezze all’orecchio e intanto le chiedeva scusa per quello che le aveva fatto. Ma Marta lo sorprese, non piangeva per il dolore, piangeva di gioia, era moltissimo tempo che non provava orgasmi così coinvolgenti. Lo guardò negli occhi e poi gli sussurro
“Non solo io devo provare queste sensazioni…”
Detto questo lo fece girare e salì sopra di lui come una vera amazzone, prese il suo membro fra le mani e lo guidò all’interno di se; questa volta fu lei a decidere il ritmo e la frequenza, prima movendosi su e giù poi uscendo un attimo per pio ripenetrarsi, disegnando cerchi col bacino e pregandolo di succhiarle i seni e di alzare di più il bacino perché voleva sentirlo dentro di lei sino in fondo, voleva sentirsi piena, lui eseguì le sue richieste alla lettera e lei venne di nuovo, questa volta urlando, ma lui ancora non veniva, così presa da un impeto improvviso gli chiese di alzarsi, lei si inginocchiò ai suoi piedi ed aprì semplicemente la bocca. A Federico non ci volle molto per capire cosa volesse, quindi le prese la testa per tenerla ferma e cominciò a muoversi dentro e fuori la sua bocca, il piacere era estremo, senti tutti i muscoli contrarsi, stava per venire, uscì dalla sua bocca e eiaculò sul suo seno. Erano entrambi spossati, Marta andò in bagno a pulirsi, dopo di che lo raggiunse ne letto e si coricò al suo fianco, lui l’avvolse in un abbraccio e le sussurrò all’orecchio “hanno proprio ragione a dire che sei unica, non avevo mai provato un orgasmo così intenso…”
Marta non disse nulla, gli baciò un braccio e si addormentò.
Era molto lontana, una voce la chiamava ed un rumore di sottofondo cercava di farle capire dove fosse, ma lei non ci riusciva, poi lo sentì una punta fredda e dura cercava di insinuarsi dentro di lei, fu allora che aprì le gambe e gli occhi e vide Federico con in mano un grosso vibratore nero che la masturbava e cercava di penetrarla. Il pensiero di quello che stava per succedere la fece bagnare come il mare, ed aprire le gambe in modo tale da poter accogliere il nuovo arrivato.
“Lo sai perché ho invitato il mio amico?”
“no…”
“Perché voglio possederti in tutti i modi , perché voglio farti sentire cosa si prova ad avere due membri dentro di se, che ti riempiono come un uovo”
“mmm sembra allettante come cosa… ma come pensi di fare?”
“hai un sedere favoloso… posso deflorarlo?”
“Puoi farmi quello che vuoi, sono troppo eccitata per porti vietare qualche cosa…”
Federico non se lo fece ripetere, la riposizionò a 90° e dopo averle messo il vibratore davanti, pese una bottiglia di olio di oliva ed unse per bene il suo pene e l’ano di lei, dopo di che con molta delicatezza cominciò ad entrare. Fece molto piano, un pezzettino per volta sino ad arrivare sino in fondo, dopo di che cominciò a muoversi, disse a lei di fare lo stesso col vibratore, e il luogo in cui la portò fu talmente spettacolare che ebbe tre orgasmi consecutivi, e tanto era il piacere che per poco non perdette i sensi. Anche per lui fu una cosa intensissima, tanto che cedette di esplodere quando l’orgasmo lo colse di sorpresa facendolo eiaculare dentro di lei.
Rimasero in quella posizione per parecchio tempo, nessuno dei due aveva a forza di muovere un muscolo ne di staccarsi. Lui le baciava continuamente la testa dicendole quanti era felice, di averla tutta per lui, lei d’altro canto era felicissima di essere partita per New York.
Rimasero in camera tutto il giorno, dormendo e facendo l’amore quando si svegliavano, sembrava non ne avessero mai a sufficienza.
Fu così anche per il resto della settimana, esclusi i momenti in cui si incontravano con il cliente. Tanto che il giorno in cui conclusero il contratto erano talmente entusiasti ed eccitati che provarono posizioni a dir poco pazzesche, ormai il vibratore era un loro amico, e lo usavano in tutti i modi possibili, Marta aveva fatto vedere a Federico cosa faceva quando si masturbava, e lui le chiese di farlo tutte le sere.
Durante il viaggio di ritorno lei si mise una gonna molto lunga e larga, senza mettere biancheria intima, così lo fecero anche in aereo, prima nella toilette e poi durante la notte direttamente ai loro posti.
Quando arrivarono in Italia era orai chiaro ad entrambi che non sarebbero più riusciti a stare lontani l’uno dall’altra, così decisero di vedersi i esclusiva.
Una notte mentre era da sola nella sua camera da letto (Federico era in viaggio per lavoro), Marta se rese conto di amarlo e capì di aver avuto ragione su di lui, infatti aveva trovato la donna giusta per lui e si era fermato a quella.

Fine

3 commenti:

rotex ha detto...

che tenera mi hai dedicato un post....
io essere marta di cognome....
gne gne...ciauuuu
F

Anonimo ha detto...

bellissimo mi e piaciuto veramente si legge che e una bellezza e attira da matti il racconto scrivi troppo bene spero che non molto tardi di comprare un tuo libro ciao da simone

cocca ha detto...

Roby, ti chiamerò "stuzzica ormoni" ;-) bello anche questo. Quando ho letto del polso dentro ho pensato "llla madonnaaaa!"