lunedì 2 luglio 2007

IL PIACERE NASCOSTO

di Roberta Trisconi


Era moltissimo tempo che non provava sensazioni simili. Si sentiva scombussolata, il cuore le batteva forte, e l’eccitazione cresceva a livelli incredibili.
Voleva, anzi doveva, controllare la cosa, era troppo pericoloso lasciarsi andare.
Si coricò sul suo letto e lasciò che la mente vagasse nei meandri delle sue fantasie, mentre una mano accarezzava i capezzoli resi duri dal piacere che provava, l’altra percorse il suo ventre piatto e scese ad accarezzare il ciuffetto di peli che celavano un piacere ancora più grande. Si fece largo tra le piccole labbra, per sentire l’umido dell’eccitazione che stava provando; inarcò la schiena ed inserì due dita all’interno di se stessa, un gemito di piacere uscì dalla sua bocca, mentre l’altra mano lasciava il seno per dirigersi sul bottoncino rosa centro di tutti il piacere. Con due dita cominciò a massaggiarlo, prima con movimenti verticali, poi mano a mano che il piacere aumentava i movimenti cambiavano diventando circolari, trasversali mentre le due dita che entravano ed uscivano erano diventate tre e poi quattro. Era in estasi, voleva venire ed urlare di piacere, e così fece, quando uno spasmo improvviso la colse e brividi di piacere le attraversarono tutto il corpo rendendo le gambe, in ultimo, leggere ed intorpidite.Rimase senza fiato per alcuni minuti, mentre il battito cardiaco cercava in tutti i modi di regolarizzarsi.
Quando il suo corpo ritrovo un equilibrio si mise a sedere
“La primavera mi gioca sempre brutti scherzi, forse è meglio che mi trovi un uomo” si disse, ma scartò subito quell’ipotesi, amava troppo la sua libertà.
Guardò l’orologio, erano gia le 7.40, doveva correre al lavoro, altrimenti i suoi dipendenti non avrebbero combinato nulla. Si fece una doccia veloce, si vestì ed arrivò in azienda alle 8.30, vide che tutto proseguiva bene e, fortunatamente, la mole di lavoro in quel periodo dell’anno non era elevata, così dopo aver controllato le commesse e i tempi di lavorazione decise che poteva concedere loro il pomeriggio libero, in modo da potersi dedicare lei ai nuovi modelli e prodotti.
Dopo aver dato la notizia alle ragazze, che l’accolsero con gioia, si mise al lavoro. Era tanto concentrata che non si accorse che il tempo era trascorso, erano infatti le due, e le ragazze la salutarono per andare a casa, così guardò l’orologio per accorgersi che era passata l’ora di pranzo, ma non aveva fame, così non se ne preoccupò.
Si riconcentrò sul suo lavoro, ed era talmente assorta che non si accorse della persona che si ergeva di fronte a lei dietro il vetro.
Chissà da quanto tempo era lì ad osservarla, si chiese quando alzando gli occhi lo vide. Lo guardò per un lungo istante, era bellissimo, moro occhi verdi spalle larghe e bel fisico, vita stretta ed un sorriso disarmante.
Gli fece cenno di entrare e disse
“Mi scusi, non mi ero accorta della sua presenza, è molto che aspetta?”
Lui non rispose subito, rimase immobile per qualche minuto ad osservare quel volto dolce dai lineamenti regolari.
“No, non è molto, ma l’ho vista così concentrata dal suo lavoro che non volevo quasi disturbarla, ma visto che ormai ho la sua attenzione… Sono Cordani Roberto, Ispettore Cordani Roberto, Polizia Ispettorato del lavoro”
Rimase senza parole ad osservarlo, era proprio bello, anche se portatore di cattive notizie.
“MMM… e quale cattivo vento l’ha portata da me?”chiese lei
Lui sorrise mettendo in mostra una fila di denti bianchi lucentissimi.
“Non so se è cattivo, dipende se lei è la signorina Caterina Cassiopeia” disse
“Vede che avevo ragione, l’ho detto che non era portatore di buone notizie, sono io. Sa è un peccato, speravo fosse qui per invitarmi ad uscire… Avanti si accomodi e mi dica di cosa ha bisogno” rispose Caterina sorridendo.
Lui osservò la luce che emanavano i suoi occhi, e pensò a quanto gli sarebbe piaciuto possederla. Si rianimò da quel pensiero e rispose
“Libro matricola, presenza, retribuzioni, infortuni, DM10, buste paga, F24 pagati, insomma tutto”
“perfetto, si metta comodo, credo che ne avremo per un pochino di tempo io e lei. Come mai solo? Di solito non viaggiate in coppia?”
“Di solito si, ma il mio collega non si è sentito molto bene, e visto che i suoi dipendenti non ci sono, potevo bastare io. E’ un problema per lei?”
“Assolutamente no, anzi sa è più facile tenere testa ad una persona che a due.” Rispose lei allegra.
Lo fece accomodare alla sua scrivania mentre andava nell’altra stanza a prendere i libri richiesti, poi chiamò il commercialista e si fece inviare le copie degli F24 pagati e dei DM10, fatto questo si sedette al suo fianco e cominciarono a controllare.
Caterina notò che l’ispettore ogni tanto le sfiorava le gambe col piede da sotto la scrivania, questo le dava brividi di piacere così non disse nulla.
Passarono tre ore prima di riuscire a finire tutto e notare che era tutto in ordine. Roberto pensò che avrebbe dovuto lasciarla, e la cosa non gli andava, perché oltre al bellissimo viso, aveva anche un seno abbondante e sodo, ben visibile attraverso il vestitino di seta che indossava, una vita sottile, e due gambe increduli.
Caterina, nel frattempo, si era alzata e si era diretta alla fotocopiatrice per fotocopiare tutti i libri, gli altri documenti non serviva perché gli avrebbe lasciato il fax dell’ufficio; tra se e se pensò a quanto era bello quell’uomo ed a quanto era stata fortunata nella sfortuna, ma soprattutto pensò a quanto le sarebbe piaciuto sentire il sapore delle sue labbra e della sua pelle.
Questo pensiero le provocò un intenso di brivido di piacere, in quello stesso istante roberto la prese, la fece girare e la baciò, all’inizio timidamente, ma quando si accorse che lei non opponeva resistenza divenne appassionato. Insinuò la sua lingua nella sua bocca e trovò quella di lei, calda e morbida, ad attenderlo; si intrecciarono in una danza di piacere, alla quale si unirono le mani di lui sui suoi seni.
“MMM… che mani grandi” pensò Caterina
Lui le massaggiava il seno, pizzicandole i capezzoli già duri per l’eccitazione.
Al tocco di quelle mani, buttò la testa all’indietro, lasciando scoperto il collo, sul quale lui discese, baciandolo delicatamente e provocandole brividi di piaceri. Ogni parte del suo corpo glielo diceva, la voleva possedere.
Con un semplice gesto le fece scivolare via le spalline del vestitino facendolo cadere a terra e lasciandola con i seni scoperti, Roberto scese su di lori e con la bocca si impossessò di uno, dapprima stuzzicandolo con la lingua poi mordendolo leggermente, ed infine succhiando avidamente.
Brividi di piacere percorsero la schiena di Caterina, mentre le sue mani affondavano nei capelli neri di lui, aderì il più possibile contro il suo corpo sentendo l’eccitazione di lui che cresceva all’interno dei suoi Jeans, così gli sollevò la polo costringendolo, quindi, a staccarsi da lei per poterla togliere, dopo di che gli slacciò i pantaloni e che caddero mettendo in mostra il rigonfiamento sotto i boxer; gli tolse anche quelli ove emerse in tutta la sua durezza il suo pene, era piuttosto largo e abbastanza lungo.Si inginocchiò ai suoi piedi e senza proferire una sillaba vi appoggiò la lingua. Lo leccò per tutta la lunghezza e si fermò sulla punta, si avvicinò col busto e lo mise in mezzo ai seni. Fece avanti e indietro per un pochino, lo vedeva scomparire e quando ricompariva dai suoi seni trovava la lingua ad attenderlo e stuzzicarlo.
L’eccitazione cresceva in lei, voleva sapere quale effetto le avrebbe fatto averlo tutto in bocca, così smise di massaggiarlo coi seni e lo inglobò nelle sue labbra. Aveva u buon sapore, lo succhiò per parecchio tempo, salendo e ridiscendendo, mordicchiandogli la punta, il glande, cercando di infilare la punta della lingua sul taglietto posto in cima. Ogni tanto alzava gli occhi, maliziosi e beati, verso quelli di lui leggendovi puro godimento.
Cambiava continuamente ritmo, sapeva che così non sarebbe venuto tanto presto.
La voce di Roberto ruppe il silenzio, senza rompere la magia del momento
“Fermati, ti voglio assaggiare…” dicendo questo la prese e la fece sedere sulla sua poltrona allargandole le gambe e facendole appoggiare alla scrivania, dopo di che si inginocchiò sotto di essa. Con due dita scostò i peli che celavano il clitoride, gonfio per l’eccitazione, e le labbra che racchiudevano il buchetto sacro, bagnato o meglio inondato di umori.
Caterina sentì l’umido della sua bocca e un gemito di piacere uscì dalle sue labbra, Roberto infilò due dita in lei per poi toglierle e metterle in bocca a lei che le succhio avidamente. Il sentire la lingua di lei così avida, gli fece aumentare la voglia, così mise prima due poi tre ed infine quattro dita dentro quella fichetta vogliosa, movendole in tutti i modi e sensi possibili, intanto le succhiava il clitoride; era veramente eccitato, ma a quanto pareva lei lo era più di lui, perché uno spasmo annunciò il suo orgasmo, tra un gridolini di piacere le gambe si chiusero impedendo alla mano di lui di uscire.
Rimasero immobili per due minuti , il tempo necessario per capire che non ne avevano abbastanza, Caterina voleva essere posseduta, penetrata da quel pene stupendo così disse “penetrami, ti prego…”
Roberto non se lo fece dire due volte, la posizionò a novanta gradi sulla scrivania e con un colpo deciso la penetro da dietro. Si mosse ritmicamente dentro e fuori di lei, ma sempre con colpi decisi tenendola per il bacino. Caterina rialzò leggermente il busto, per poter ricevere i suoi baci sul collo e sul viso e le sue carezze sul seno. Ogni colpo che le imprimeva era un’estasi, lei si sentiva in estasi e ancora faticava a credere cosa le stesse succedendo.
Roberto le mise un dito in bocca dicendole di succhiarlo, lei obbedì, dopo di che lui glielo mise nel culetto. Era una cosa incredibilmente bella, ma a lui non bastava, non aveva mai provato un’eccitazione simile. Voleva venire in lei guardandola negli occhi, così uscì da lei il tempo necessario per farla girare e semi coricare sulla scrivania.
Adesso le poteva vedere gli occhi e leggervi il piacere che le stava donando.
La penetrò subito, le gambe di lei si avvinghiarono al bacino di lui, mentre con le mani le percorreva la schiena; Caterina la inarcò di più per poterlo ricevere e sentire meglio, si accorse dell’orgasmo che stava per sopraggiungere, e anche lui se ne accorse perché accelerò il ritmo per poter venire insieme. Così avvenne, urlarono entrambi per dare sfogo al piacere che stavano provando. Rimasero attaccati per lunghi istanti, durante i quali Roberto baciò Caterina su tutto il viso. Quando il cuore placò la sua furia si staccarono e senza dire una parola lentamente si rivestirono.
Caterina si sentiva strana quella mattina si era detta che doveva trovarsi un uomo, adesso ne aveva uno bellissimo proprio di fronte a lei. Mah, non sapeva cosa dire, se fosse stata una delle sue amiche, probabilmente avrebbe cominciato a costruire dei castelli su una probabile vita di coppia, ma lei non era le sue amiche, le illusioni e i sogni li lasciava alla notte, quando visitava il mondo onirico della sua mente.
Sempre silenziosamente rimise in ordine il tavolo, palcoscenico dell’avvenuto piacere, e si sedette sulla sua poltrona, guardandola con nuovi occhi.
L’ispettore Roberto Cordani, dal canto suo non sapeva cosa dire e pensare, l’aveva desiderata appena vista, e l’aveva avuta, ma non gli bastava, la voleva ancora, era bella, dolce, simpatica, intelligente e passionale.
Si sedette di fronte a lei, prese un foglietto e vi scrisse qualcosa, lo piegò e glielo diede, dopodichè si alzò prese tutte le pratiche di cui aveva bisogno e dicendole semplicemente ciao uscì dall’ufficio.
Caterina lo salutò di rimando, rigirando il bigliettino tra le mani, quando fu uscito dalla sua ditta lo spiegò e lesse: “Passo a prenderti alle 20:00 usciamo a cena”

FINE

1 commento:

cocca ha detto...

Ah beh... solo da me passato ispettori del lavoro brutti come la fame?
Brava, mi è piaciuto ;-)