domenica 20 gennaio 2008

IL FILO DELLA PASSIONE

di Roberta Trisconi


“Forse dovresti smetterla di pensare a lui, è uno stronzo, e si è comportato da stronzo! Meriti di meglio non credi?!”
Con queste parole Francesca abbracciò la sua migliore amica Alessandra.
Il ragazzo l’aveva appena lasciata, dopo innumerevoli tradimenti, e lei stava malissimo.
Francesca conosceva bene quelle sensazioni, le aveva provate parecchie volte sino a giungere alla conclusione che era molto meglio stare sole.
Vedendo la sua amica soffrire in quel modo, si chiese come gli uomini potessero essere così spregevoli, cosa passasse loro per la testa, cosa li spingesse ad essere così bastardi.
Nessuno era a conoscenza di molti aspetti della sua vita, aveva trent’anni, viveva sola ormai da 5 e, dopo l’ennesima relazione finita male, aveva preferito rimanere sola, aveva qualche flirt saltuariamente, ma mai con persone della sua città, anzi a volte non erano neppure della sua regione. Questi ragazzi li aveva conosciuti tramite la rete, e, dopo un certo periodo di conoscenza andava da loro, dove sfogava tutte le sue voglie.
Nell’ultimo periodo aveva intrecciato una relazione con un ragazzo napoletano, era molto dolce,e sapeva cosa dire e fare per farla sentire bene e felice. Parlavano di tutto quello che capitava loro, degli hobby, interessi, passioni, insomma cose belle e cose brutte, tanto che avevano finito per scambiarsi il numero di cellulare e di sentirsi a viva voce.
A Francesca piaceva molto come era stata impostata la loro relazione, perché, sebbene le piacesse moltissimo, il sesso non veniva mai menzionato, e quindi non faceva parte di loro. Ma quello che successe un giorno fu tutta colpa sua.
Una sera era particolarmente eccitata, così, senza ben capire le conseguenza del suo gesto, lo provocò sessualmente; gli fece attivare la webcam e si presentò davanti a lui completamente nuda, con le dita che pizzicavano i capezzoli e lo sguardo voglioso.
Da allora si erano susseguite serate di sesso virtuale, in cui Francesca si divertiva ad eccitarsi, ma soprattutto ad eccitare Marco. Usava qualsiasi cosa per penetrarsi, frutta, verdura, candele, bottigliette, strofinandosi il clitoride e godendo come una pazza.
Purtroppo la conseguenza di questo suo comportamento ebbe un effetto indesiderato, infatti e prima Marco la chiamava anche solo per sentire la sua voce e sapere come stava, adesso si faceva sentire solo per fare sesso virtuale, solo che a lei logicamente non stava più bene.Rivoleva il vecchio rapporto, ma non era più possibile, perché lui non voleva tornare indietro.
Forse era vero che erano tutti bastardi, oppure sia lei che Alessandra incappavano sempre in quel tipo di uomo, guidate, probabilmente,da un sesto senso di tipo masochista.
Scacciò quei pensieri dalla testa e decise che quella sera lei e Alessandra sarebbero uscite a divertirsi, in fin dei conti se lo meritavano.
Forte della decisione presa l’accompagnò a casa salendo con lei per costringerla a prepararsi, dopo di che di diresse a casa sua, per prepararsi con tutta la cura possibile, doveva fare colpo su qualcuno, contando che con Marco le cose non andavano tanto bene, perché lei si era raffreddata molto, con l’intento di far tornare il loro rapporto com’era una volta.
Guardò il cellulare per vedere che ore fossero, e si accorse di avere un messaggio. Era di Marco lo lesse “Cosa fai di bello? Dove vai questa sera?”
“E a te cosa interessa?” rispose ad alta voce.
Non gli rispose, o meglio, non gli disse cosa aveva intenzione di fare, gli rispose semplicemente con un HO VOGLIA… Inviò il messaggio e ripose il telefono in borsetta, per sentirlo suonare dopo poco.
Era ancora lui che le scriveva “Anch’io, ti prego dimmi dove vai….”.
La richiesta a lei parve un pochino strana, ma decise di dirglielo, così inviò un sms con il nome del locale e il luogo. Ripose nuovamente il telefonino per poi riprenderlo dopo poco perché suonava ancora. Naturalmente era Marco “Promettimi che la darai al primo che ti dirà quanto sei desiderabile” questo diceva il messaggio nella prima parte e concludeva con “baci amore mio… a domani sera per me e te”.
Sebbene non volesse più fare certe cose in chat con lui, si eccitò all’idea della chattata che avrebbe fatto con lui la sera successiva.
Non riusciva a capire, era attratta da quel ragazzo in maniera spaventosa, tanto che a volte pensava persino di esserne innamorata,e forse era per quello che voleva che le cose tornassero come prima, anche se doveva ammettere che le piaceva fare quello che facevano.
Era pronta, si guardò allo specchio e si giudicò bellissima, e anche molto sensuale con quel completino di seta a fiorellini formato da una camicetta aderente senza maniche con un profondo scollo sul seno e da una gonnellina a tubino che le fasciava i fianchi e con uno spacco abbastanza alto che metteva in mostra le sue splendide gambe tornite messe in risalto dal tacco alto. In pochi e avrebbero resistito quella sera.
Uscì di casa ed andò a prendere la sua amica che, come aveva preventivato, non era ancora pronta e aveva poca voglia di uscire. La costrinse a farsi splendida indossando dei pantaloni a vita bassissima ed un top lavorato a mano con sotto un reggiseno di pizzo il tutto a formare un vedo non vedo. Alessandra si truccò senza esagerare con la cura.
Uscirono, prima di andare in discoteca si recarono in un nuovo locale che aveva appena aperto per bere qualcosa e incontrare tutti gi altri amici. Naturalmente tutti gli occhi erano puntati su di loro, a Francesca la sensazione che le davano questi sguardi piaceva molto, era tanto tempo che non le succedeva, mentre invece la sua amica sembrava non accorgersene semplicemente non le interessava.
Ferma vicino ad una aiuola sentì una mano afferrarle la vita, si girò di scatto pronta a colpire il malcapitato, ma il bicchiere le scivolò per lo stupore e la gioia.
Marco era di fronte a lei, bello come mai avrebbe potuto immaginare. Gli buttò le braccia al collo, e lui si impossessò della sua bocca baciandola con passione, dio quanto la desiderava, pensò mentre le loro lingue si intrecciavano e le mani di lei affondavano nei suoi capelli folti e neri.
“Ti voglio… Adesso…” le disse lui ad un certo punto, le prese la mano e la mise in mezzo alle gambe dicendole “Lo senti quanto ti desidero?”
Francesca sentì il duro attraverso la stoffa dei jeans e si morse il labbro inferiore dal piacere.
“Non sono sola, sono con la mia amica e non sta molto bene, non me la sento di piantarla in asso così” disse lei.
Come a leggerle nel pensiero Alessandra le andò vicino e le disse che era già stanca di tutto la gente, non era dell’umore adatto per stare in compagnia, e quindi voleva tornarsene a casa.
Francesca guardò Marco, gli diede le sue chiavi insieme all’indirizzo dicendogli di aspettarla che lo avrebbe raggiunto dopo poco.
Riaccompagnò a casa la sua amica, e si trattenne sotto casa di lei a parlare sapendo bene quanto lei stesse male.
Il desidero accresceva in Francesca mano a mano che il tempo passava, chissà cosa stava facendo Marco tutto solo nel suo regno. Guardò la sua amica con aria comprensiva, le augurò la buona notte e dopo che ebbe varcato il portone di casa, ripartì per andare verso la sua dimora, nelle braccia di Marco.
Suonò il campanello e dopo poco il portone si aprì; salì le scale e dischiuse la porta di casa, la luce era soffusa e c’era una musica di sottofondo, ma Marco non era lì ad attenderla, così si diresse verso la camera, qui trovò il suo letto aperto, ma di lui nessuna traccia.
Dietro di lei una mano le chiuse gli occhi, mentre l’altra le fece scivolare via prima la gonna e subito dopo la camicetta, lasciando semplicemente con le culottes e i tacchi alti. Sempre tenendole gli occhi coperti la guidò sul letto dicendole, una volta fatta distendere, di non aprirli quando avrebbe tolto la mano. Lei acconsentì, così lui si alzò dal letto per tornare poi con dei foulard di seta che adoperò per legarle meni e piedi al letto.
Un misto di eccitazione misto a timore si impadronì di lei; Cosa voleva farle?
Cominciò col baciarle il collo, suo grandissimo punto erogeno, per poi scendere sul suo seno tondo e sodo. Lei gemette di piacere nel momento i cui lui prese un suo capezzolo fra i denti, inarcò anche la schiena per porgergli al meglio tutta se stessa, avrebbe voluto toccarlo, ma non poteva, e questo senso di inabilità la eccitava, di solito era lei a condurre il gioco ma non adesso, ora era in balia degli eventi e questa nuova sensazione le piaceva infinitamente.
Dopo un po’ di tempo, Francesca non era in grado di calcolarlo, lui le disse:
“Apri la bocca e non chiuderla…”
Lei ubbidì, intanto la bocca di lui era discesa e si era impossessata del suo clitoride, un tenue urlo di piacere le usci dalle labbra aperte, ma lui la fece tacere mettendole il suo membro i bocca. Francesca si scoprì a pensare a quanto le piacesse il suo sapore, così cominciò a succhiarlo, e a succhiarlo ancora, si muoveva a fatica dato l’impedimento dato dalle bende di seta, e dal corpo di lui sopra di lei, ma non le interessava, estasiata da quel grosso membro che stringeva all’interno della sua bocca. Lui intanto continuava a succhiarle il clitoride, a strofinarlo gemendo al contempo per il piacere che lei gli stava procurando.
Francesca capì che lui aveva qualcosa sul letto, solo nel momento in cui venne penetrata da qualcosa di grosso e duro, questo la fece sussultare emettendo un urlò soffocato.
Credette di trovarsi in paradiso, quando un orgasmo la colse all’improvviso lasciandola senza fiato, ma ancora più vogliosa, tanto che riprese subito a succhiargli il pene con più energia di prima, risucchiando la cappella, mordendogliela per poi riprenderlo completamente in bocca sino ad arrivare alla gola. E li silenziosamente Marco venne, nella sua bocca, costringendola, data la posizione a deglutire per non soffocare.
Marco si spostò da sopra di lei, silenziosamente le slegò braccia e gambe, poi la prese tra le sue braccia, e la baciò ardentemente, i cuori di entrambi battevano all’impazzata per il piacere appena provato.
Lei si girò su di un fianco e lui si mese dietro e la tenne stretta, non voleva lasciarla andare.
Marco si era reso conto della distanza che Francesca aveva messo tra di loro nell’ultimo periodo, e questo gli aveva fatto capire che nella realtà non voleva perderla, indipendentemente dal sesso, le piaceva conversare con lei, gli piaceva sentirla ridere e scherzare, o piangere e disperarsi. Si scoprì a provare sentimenti nuovi, intensi e profondi.
Con questa nuova certezza si addormentò stringendola a se.
Si risvegliò con una strana sensazione in mezzo alle gambe, abbassò lo sguardo e vide Francesca succhiargli il pene, mentre questo cominciava a rispondere alle sollecitazioni. Aspettò che fosse duro, dopo di che la prese e la mise supina sul letto
“Adesso ti faccio vedere io, monella di una monella…”
Le succhiò il collo, poi le labbra, la lingua, lo orecchie ed infine scese sul suo seno. Si impadronì di uno dei capezzoli, lo stuzzicò con la lingua, e quando questo fu eretto lo prese tra le labbra succhiando con forza. Questa piacevole sensazione le fece inarcare la schiena ed alzare il bacino, cosicché lui la penetrò. Fu molto dolce, nei suoi occhi Francesca vi lesse una luce nuova e le piacque moltissimo.
Si mossero all’unisono, erano divenuti una cosa sola, sapevano come fare a donarsi piacere e lo fecero, tanto che poco dopo Francesca fu colta da un orgasmo, Marco le osservò il volto estasiato dal piacere, uscì da lei e la guardò negli occhi chiedendole il permesso, lei capì subito di cosa si trattava e si mettendosi a carponi.
Lui le leccò la fichetta sino a risalire al buchetto del sederino. Era stretto ed invitante, lo lubrificò per bene, prima con la saliva e poi con gli umori di lei, dopodiché, facendo molta attenzione, la penetrò piano piano, inserendone un pezzetto per volta, la prima fu la cappella, aspettò che si abituasse a quella grandezza per poi inserirlo tutto.
Quando fu completamente dentro di lei rimase fermo per qualche istante prima di muoversi dentro e fuori.
Marco era estasiato dalla sensazione di piacere estremo che stava provando, quando poi vide la mano di lei che si masturbava credette di venire. Riuscì a trattenersi, recuperò, quindi il giocattolo di prima, glielo passò dicendole di penetrarsi con quello.
Lei prese in mano l’oggetto, e si accorse che era un pene di lattice moto grosso e duro, lo leccò per bene, cosa che Marco non volle vedere per non venire, e si infilò quell’enorme affare nella fichetta. Appena o mosse fu colta da un orgasmo improvviso, che la lasciò senza fiato. Lui se ne accorse perché accelerò il ritmo e l’intensità dei colpi, anche lei cominciò a muovere il pene con più forza, soltanto che lo faceva a ritmo alternato, quando lui usciva lei entrava e viceversa. Aveva la sensazione che la membrana di separazione dei due organi non esistesse, cominciò a gemere forte, Marco le chiese di aspettarlo e lei lo fece, si trattenne sino a quando lui non fu pronto e così vennero contemporaneamente.
“Rimani dentro di me…” disse lei in un sospiro.
E così fece, rimase disteso sopra di lei, assaporando il fiatone che scaturiva da entrambi e sentendo i battiti cardiaci che non accennavano a decelerare.
Marco le baciò tutta la schiena, poi uscì da lei e la rigirò, voleva guardarla in viso e bearsi della sua bellezza, bearsi dell’amore che provava per quella ragazza conosciuta su una chat, e bearsi del sentimento contraccambiato che leggeva nei suoi occhi.
Andarono in bagno a lavarsi, dopo di che si distesero nel letto, chiusero gli occhi e uniti in un abbraccio si addormentarono felici ed ansiosi di riprendere il discorso appena terminato.

FINE

2 commenti:

Mikela ha detto...

Meno male c'è un happy ending, cara Roby! Mentre leggevo pensavo al colpo di scena e che Francesca fosse, alla fine, un uomo! Invece è andata bene a Marco! Ma non farci caso io a volte vivo di fantasia, quando leggo un libro scappo più avanti dello scrittore e me ne 'scrivo' un altro nella testa!!! Ma tu brava! A quando un libricino per noi tuoi fans!?
Ora c'ho veramente tanto sonno, un bacione,

Miki

cocca ha detto...

Oh là. Abbiamo cambiato ambiente, non più sul luogo di lavoro ma internet ;-)